Gli stupidi sprechi d’oro made in Italy

Tra la miriade di sprechi miliardari dello Stato su cui non è mai stata fatta spending review (mentre si è preferito tagliare selvaggiamente sui servizi pubblici e sugli enti locali) ce ne sono alcuni facilmente individuabili e “tutti italiani” che rivelano evidentemente l’incompetenza diffusa della nostra classe dirigente. Il primo spreco incredibile riguarda il premio produttività offerto all’esercito dei 48000 manager pubblici: mentre in Inghilterra (e similmente negli altri paesi del nord Europa) solo il 25% dei manager raggiunge il premio produttività, legato al raggiungimento di obiettivi meritocratici, in Italia quasi la totalità dei manager pubblici lo riceve (oltre a stipendi per lo più esorbitanti), in quanto gli obiettivi corrispondono, ad esempio, al numero degli atti firmati, alla disposizione delle scatole della documentazione o al numero dei consigli indetti (totalmente slegati dal merito e facilissimi da raggiungere). Questa anomalia è stata approfondita nella trasmissione, condotta da Milena Gabanelli, Report a fine dello scorso Aprile, in cui è stato rivelato che il totale dei premi produttività ammonta a 800 milioni di euro l’anno e di questi almeno 600 sarebbero letteralmente regalati. Addirittura è stato scoperto che in Piemonte uno dei criteri per raggiungere il bonus corrispondeva al dovere del manager di far visitare agli altri dipendenti pubblici l’interno di un palazzo comunale in costruzione. Dopo questa centinaia di milioni buttati dalla finestra non si può che alzare l’asticella dello spreco, passando alla spesa d’affitto evitabile per le sedi amministrative statali. Nonostante abbia patrimonio immobiliare inutilizzato in abbondanza (al 2007 erano migliaia gli edifici pubblici caduti in disuso, oggi sicuramente di più, che peraltro, senza considerare quelli di proprietà dei comuni, se fossero stati valorizzati avrebbero fruttato oltre 5 miliardi di euro), la Pubblica Amministrazione italiana è stata in grado di affittare oltre 11000 immobili di proprietà di terzi per una spesa complessiva di un miliardo e duecento mila euro l’anno (al netto delle spese per la manutenzione, cioè altri 300 milioni). Al primo posto di questa non invidiabile classifica degli sprechi più evidenti del nostro Stato si trova sicuramente la grandissima capacità made in Italy di non spendere miliardi di finanziamenti europei, o farlo male. Per la Programmazione a sostegno dello sviluppo economico e dell’occupazione 2007-2013 sono stati messi a disposizione dai Fondi strutturali (la maggioranza arrivano dall’Unione Europea, il resto è cofinanziato) 47 miliardi di euro, per ora ne sono stati spesi solo 35, cioè il 74%; i 12 miliardi inutilizzati (10 miliardi per il rilancio del Sud) dovranno essere spesi da Stato e regioni, e essere redicontati, entro fine anno, in caso contrario risulteranno persi (dovranno tornare a Bruxelles). Difficilmente verranno spesi tutti (oppure lo saranno senza criteri per non perderli) in soli sei mesi visto che negli ultimi due anni ne sono stati utilizzati rispettivamente 5,7 miliardi e 7,5 miliardi, molti di questi sperperati e investiti per la realizzazione di opere incompiute. L’Italia è, purtroppo ma inevitabilmente, tra gli ultimi tre o quattro paesi europei per efficacia nella spesa delle risorse. Questi tre sprechi sono, come scritto in precedenza, solo alcuni su cui bisognerebbe mettere mano immediatamente (anche se sui fondi europei la gestione talmente mediocre negli anni precedenti impedisce rimedi in extremis). La nostra classe dirigente dovrebbe sapere che ogni spreco, piccolo o grande che sia, ogni privilegio insostenibile in questo momento di lunga e grave crisi (le centinaia di milioni per le auto blu o gli almeno sette miliardi per pensioni d’oro e vitalizi) e ogni sussidio inutile (quelli per le trivellazioni in primis) ricade sulle spalle dei cittadini italiani in imposte e il dovere di tagliarli radicalmente, senza toccare servizi pubblici o ammortizzatori sociali, deve essere al primo posto. Spending review , ci auguriamo per ora, bocciata.

dalla parte del progresso AA99