Elena, detta Elly, Schlein e Chiara Foglietta sono due giovani ragazze, rispettivamente, di 30 e 31 anni, le cui vite sono caratterizzate da scelte politiche differenti ma con un’obiettivo comune, impegnarsi per la propria passione, cioè la politica, e lottare per le proprie battaglie legate alla sinistra.
Chiunque sia stato o sia tuttora vicino all’area di Pippo Civati non può non conoscere Elly Schlein, italo-americana nata a Lugano, diventata nel 2014 (a soli 29 anni) europarlamentare per il Partito Socialista Europeo, dopo essere stata scelta da oltre 53 mila cittadini. Elly si contraddistingue per una rara intraprendenza politica, avendo, ad esempio, contribuito a fondare l’associazione universitaria bolognese Progrè nel 2011 (con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati all’immigrazione e al sovraffollamento carcerario), organizzando dal 2012 il festival annuale, caratterizzato da incontri e dibattiti con personaggi politici e attivisti, ProMiGrè ed essendo stata tra le prime esponenti del movimento che chiedeva rinnovamento e più potere decisionale ai militanti Occupy PD, nato in conseguenza all’amara vicenda dell’Aprile 2013, quando i 101 franchi tiratori impallinarono Prodi (e indirettamente Bersani e la coalizione di centrosinistra, spegnendo i barlumi di speranza di un esecutivo che non fosse di larghe intese), e per l’enorme passione, vera essenza della sana politica, entusiasmo e determinazione con cui riesce a trasmettere le proprie idee tipiche di centrosinistra (da notare, inoltre, la grande coerenza, avendo scelto di non barattarle, magari, per ruoli più importanti, viste le evidenti capacità politico-comunicative), dall’accoglienza dei migranti alla creazione di un’Europa unita e solidale, dalla sostenibilità ambientale (all’insegna della quale era stata organizzata la campagna elettorale delle europee, ribattezzata “Slow foot”, lunghe camminate e mobilitazioni tra la gente) ai diritti civili e alla legalità. A Maggio, dopo l’approvazione della nuova pessima legge elettorale (che porta anche alle dimissioni da capogruppo di Speranza e a dure contestazioni da parte di tutte le minoranze interne), la scelta dolorosa di abbandonare, insieme a Civati (con il quale lancerà Possibile), il Partito Democratico, di cui era stata eletta dirigente nazionale, non riconoscendosi più nelle decisioni prese da Matteo Renzi, come quella di riconfermare le larghe intese a livello nazionale ed estenderle in varie realtà comunali e regionali, e nelle politiche del Governo, mai legittimate dai cittadini (neanche alle primarie vinte dallo stesso Renzi nel 2013, essendosi presentato con un programma succesivamente stravolto) e considerate del tutto lontane dagli ideali originari del PD, cioè quelli socialdemocratici, laici ed ecologisti. La citazione fatta al primo Congresso di Possibile “nessuno dietro, molti davanti” possiamo vederla come emblema del suo impegno politico; per lei si prospetta un futuro roseo e di soddisfazioni.
Tra i discorsi fatti al Teatro Vittoria, a Roma, nel ritrovo, parallelo alla Leopolda della Sinistra Dem, spicca quello carico di passione (parzialmente fatto riascoltare nella trasmissione Gazebo la sera del 13 dicembre) di Chiara Foglietta, ingegnere biomedico pendolare tra Torino, città natale, e Milano (per poter coniugare gli impegni lavorativi con la politica), ragazza omosessuale, che ha deciso di rimanere all’interno del Partito Democratico e combattere per riportarlo saldamente nell’area di centrosinistra. Chiara disegna un PD laico, attento a tutte le minoranze, per l’uguaglianza di genere e le pari opportunità, che non faccia compromessi al ribasso sui diritti civili, sottolineando la necessità di un cambio di rotta radicale rispetto ai nulla di fatto sul tema, e si opponga ad ogni discriminazione, che prenda posizione per il matrimonio egualitario, che creda fortemente nella libertà di ogni cittadino e che si apra ad un movimento transnazionale, in un’ottica globale, tutte idee che la spinsero a sostenere la mozione Civati nel 2013 e che la portano ad essere molto critica verso il Governo; Chiara, però, non si arrende “perchè”, come evidenzia lei stessa, “le parole, quando sono vere e sono sincere, hanno il potere di cambiare il mondo”.
Le parole di Piero Calamandrei rispecchiano l’impegno di Elly Schlein, Chiara Foglietta e dei giovani, ragazzi e ragazze, che si dedicano alla politica con la passione di chi lotta per i propri ideali e per il bene comune: “Per fare buona politica non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l’impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon
affare”.
dalla parte del progresso AA99